Negli ultimi anni, il concetto di trasformazione digitale ha assunto un ruolo sempre più centrale nell’evoluzione delle imprese, e la Transizione 5.0 rappresenta l’ultima frontiera di questo percorso verso l’innovazione. Ma cosa si intende esattamente per Transizione 5.0 e quali sono i benefici che le imprese italiane possono ottenere da questa nuova fase di digitalizzazione?
Comprendere la Transizione 5.0
Dopo molta attesa è stato finalmente approvato dal Consiglio dei Ministri il 26 febbraio 2024, e pubblicato in Gazzetta Ufficiale, il decreto legge che introduce il nuovo Credito d’Imposta Transizione 5.0 o Piano Transizione 5.0.
Ora, dunque, Industria 4.0 e 5.0 coesisteranno. Transizione 5.0 è il naturale evolversi del concetto di Industria 4.0, che ha rivoluzionato il modo in cui le aziende concepiscono e gestiscono i propri processi produttivi attraverso l’adozione di tecnologie digitali avanzate. Tuttavia, mentre la 4.0 si è concentrata principalmente sull’automazione e sull’integrazione dei sistemi, la Transizione 5.0 pone maggiore enfasi sulla sostenibilità ambientale.
Transizione 5.0: gli investimenti ammessi
Secondo il Credito d’Imposta Transizione 5.0 o Piano Transizione 5.0. sono ammessi tutti gli investimenti in beni materiali (macchine utensili, robot, magazzini automatizzati) e immateriali (software), a condizione che, tramite gli stessi, si consegua complessivamente una riduzione dei consumi energetici della struttura produttiva localizzata nel territorio nazionale, cui si riferisce il progetto di innovazione, non inferiore al 3% o, in alternativa, una riduzione dei consumi energetici dei processi interessati dall’investimento non inferiore al 5%.
Transizione 5.0: i beneficiari
Potranno beneficiare del nuovo credito d’imposta tutte le imprese residenti nel territorio Italiano indipendentemente dal settore, dalla forma giuridica, dalle dimensioni dal regime fiscale di determinazione del reddito dell’impresa.
Il beneficio del credito d’imposta sarà subordinato, per le imprese idonee, al rispetto delle normative sulla sicurezza nei luoghi di lavoro e all’adempimento corretto degli obblighi di versamento dei contributi previdenziali e assistenziali a favore dei lavoratori, in vigore per ciascun settore.
Saranno escluse le imprese che si trovino in stato di liquidazione volontaria, fallimento, liquidazione coatta amministrativa, concordato preventivo senza continuità aziendale, o siano coinvolte in altre procedure concorsuali o in un procedimento per la dichiarazione di una di tali situazioni.
Agevolazione 5.0 in cosa consiste
L’agevolazione di Transizione 5.0 consiste in un credito di imposta di aliquota variabile che va calcolata a seconda della riduzione dei consumi ottenuti. Quest’ultimi possono essere calcolati sia a livello di processo produttivo che a livello di intero stabilimento.
Il credito di imposta va calcolato a “scaglioni” come per il credito di imposta industria 4.0, considerando il singolo anno di investimento.
Inoltre, per le piccole e medie imprese, le spese sostenute per adempiere all’obbligo di certificazione sono riconosciute in aumento del credito d’imposta per un importo non superiore a 10.000 euro, comunque nei limiti dei massimali di investimento.
L’evoluzione della digitalizzazione con Industry 4.0 e Transizione 5.0
Qual è stata l’evoluzione della digitalizzazione nel mondo manifatturiero con l’introduzione di industria 4.0 prima e Transizione 5.0 ora?
Il mondo del digitale, inizialmente, era rivolto solo alle grandi aziende, con l’introduzione della fatturazione elettronica nel 2015 però, lo scenario cambia e comincia la spinta verso il mondo della digitalizzazione anche per le PMI.
Nel 2017 l’Introduzione del 4.0 con l’iper-ammortamento prima e il Credito d’imposta poi, hanno portato le aziende alle prime interconnessioni tra i beni,acquistati per accedere ai benefici della normativa.
Sarebbe importante, però, che ci fosse un cambio di paradigma e che tutte le fabbriche venissero pian piano connesse e digitalizzate. Questo è proprio lo scopo del piano Transizione 5.0 ossia arrivare nel 2026 ad avere tutta la fabbrica interconnessa per tracciare nel dettaglio il bilancio energetico, dando ancora più attenzione, dunque, alla sostenibilità e ai consumi.
Transizione 5.0: novità e innovazioni
Una delle principali novità introdotte dalla Transizione 5.0 dunque è la promozione dell’adozione di tecnologie green e sostenibili, incoraggiando le imprese a ridurre il proprio impatto ambientale attraverso l’utilizzo di energie rinnovabili, la riduzione degli sprechi e l’ottimizzazione delle risorse.
C’è, dunque, un ampliamento rispetto alla vecchia platea di beni agevolabili poiché vengono compresi anche software o applicazioni per il monitoraggio dei consumi e dell’energia autoprodotta o che introducono meccanismi di efficienza energetica; nonché, se acquistati unitamente a questi, software per la gestione di impresa.
Inoltre, il nuovo piano prevede il reinserimento di crediti legati alla formazione che erano stati precedentemente introdotti come formazione 4.0 e poi sospesi. Il piano Transizione 5.0 prevede spese agevolabili purché non superiori al 10% degli investimenti totali ed entro un tetto massimo di 300.000 euro. La formazione dovrà essere assicurata da soggetti esterni dotati di determinati requisiti (specificati da un decreto attuativo).
Transizione 5.0: vantaggi fiscali e agevolazioni
La Transizione 5.0 rappresenta un’opportunità unica per le imprese italiane di rafforzare la propria competitività, migliorare la propria efficienza e contribuire alla creazione di un’economia più sostenibile e resiliente. Sfruttando i vantaggi fiscali e le agevolazioni previste dal Governo, le imprese possono avviare un percorso di innovazione e crescita che le porterà a essere protagoniste della trasformazione digitale del nostro Paese.
Quelli descritti fino a qui, dunque, sono alcuni concetti fondanti del modello industria 5.0, ma come quali strumenti pratici servono per attuarli? Come abbiamo visto, il nuovo modello è più una ridefinizione che un’evoluzione del precedente, per questo motivo diversi strumenti sono già a disposizione.
Ecco alcuni tools già a disposizione nella suite di Teamsystem che vanno proprio nella direzione della 5.0:
Factory Control: Interconnessione 4.0 e 5.0 per un recupero dati dagli asset aziendali e una storicizzazione degli stessi.
Checkup Impresa: il software in Cloud per il monitoraggio della salute d’impresa. Permette di valutare l’azienda cliente non solo sotto l’aspetto economico-finanziario ma anche di sostenibilità ambientale (analisi ESG).
Business Intelligence: per l’analisi e il reporting dei dati aziendali attraverso KPI standard o custom
Facendo qualche riflessione finale ci sentiamo di affermare che 5.0 ed ESG vadano sicuramente di pari passo, trovando applicazione diretta principalmente nelle grandi imprese ma è indubbio che il suo impatto si stia estendendo anche al tessuto delle piccole e medie imprese italiane.
Le PMI si trovano infatti sempre più coinvolte nel movimento verso la sostenibilità poiché spesso operano come fornitori o partner di grandi aziende che richiedono standard ESG conformi alle proprie politiche di sostenibilità, rendendo imprescindibile per le piccole realtà allinearsi a tali requisiti.
Alla stessa maniera l’accesso al credito e ai finanziamenti si sta spostando inevitabilmente verso un impegno concreto verso le pratiche sostenibili.
Oltre a questi aspetti vi è fortunatamente una crescente consapevolezza dell’importanza di adottare un modello di business sostenibile, non solo come risposta a pressioni esterne, ma come strategia per garantire resilienza, innovazione e una solida reputazione nel lungo termine.